Amici, semmai ancora ce ne fosse bisogno, ecco l’ennesima riprova che gli Ufo non solo esistono ma sono in contatto
con noi umani costantemente.
La cosa interessante è che ormai il fenomeno è arcinoto non solo nell’ambiente militare, ma è argomento più che mai diffuso anche tra i piloti di volo civili!
Il problema è che il governo occulto che sta dietro le
quinte del palcoscenico massmediatico, come una piovra cerca di trattenere a sé
ogni notizia della Realtà per mantenerci succubi al suo giogo.
Ma il sistema schiavista della cabala ormai è al
collasso e il tanto agognato disclosure stà per rompere gli argini finalmente!
Raggi di Cielo
Avvistamenti ad alta quota, incontri a tu per tu con
oggetti volanti di difficile interpretazione. Accade spesso ai piloti militari
e civili, molto più spesso di quanto non immaginiamo. “Tra di noi ne parliamo spesso, il materiale e le notizie circolano, ma non
escono all’esterno se non molto raramente”, ammette infatti Marco
Guarisco, da oltre 20 anni ai comandi di un aereo.
Sarebbero centinaia i casi, forse anche di più, ma chi può dirlo?
Quelle chiacchiere tra piloti restano quasi sempre solo aneddoti da
raccontare agli amici più fidati, mai agli estranei. Il motivo è presto detto.
“Essenzialmente perché rischiamo di
perdere il posto di lavoro. Con quello che costa conseguire un brevetto di
volo, in termini di tempo e di denaro, ci si pensa due volte prima di minare la
propria sicurezza. Andare in giro a dire di aver visto un Ufo può dare
spiacevoli conseguenze. Se l’evento non è eclatante, si preferisce tacerlo”, dice il nostro pilota.
Le procedure, tuttavia, prevedono che sia steso un
rapporto ogni volta che in quota accade qualcosa di imprevisto. “Certo, ci sono dei moduli prestampati, nei quali indicare esattamente cosa
è avvenuto, che tipo di oggetto è stato visto, a che altezza, quanto si è
avvicinato”, spiega Guarisco.
“Ma di solito, i rapporti vengono stilati solo quando non se ne può proprio
fare a meno, ovvero quando l’oggetto era a distanza ravvicinata e si è
rischiata una collisione. Ma anche in questo caso, i documenti restano in
ambienti ufficiali: non vengono divulgati, se non i rarissimi casi o dopo molto
tempo”.
Per pilotare un caccia o un aereo carico di
passeggeri, si richiedono nervi saldi e una stabilità psicologica a prova di
bomba. E dire di aver visto un Ufo sfrecciare accanto alla cabina di pilotaggio
certo non depone a favore della solidità mentale di chi lo racconta.
“Infatti. Se dici una cosa del genere, come minimo trascorri tre giorni
presso il Centro di igiene mentale dell’Aeronautica militare a fare test ed
esami di ogni tipo. Poi ti fanno firmare un documento nel quale dichiari quello
che hai visto. A tuo rischio e pericolo”.
Eppure, non parlare del fenomeno non significa che il
fenomeno non esista.
“Gli Ufo li vediamo noi piloti, li vedono e li fotografano i passeggeri, li
vedono anche nella torre di controllo. Fanno quasi parte del traffico aereo
ordinario.
Anche se a volte, quelle presenze
sono visibili ad occhi nudo, ma non compaiono sulle strumentazioni, oppure al
contrario risultano sui radar, ma non si vedono in cielo. Effettivamente, è un
fenomeno parecchio complesso”, chiosa Marco Guarisco.
Per lui, se vogliamo, è un po' più facile parlarne
perchè la sua prima esperienza in fatto di Ufo l’ha avuta quando era solo un
bambino ed insieme ad altre due persone vide un enorme oggetto misterioso.
“Avevo 6 anni, era poco prima di Natale. Aveva tre luci bianche e una
rossa al centro, era nero e perfettamente triangolare. Si muoveva lentamente
sopra di noi senza emettere rumore, poi si è fermato- immobile- per qualche
minuto prima di sparire in un millesimo di secondo”.
Da quel giorno, Guarisco ha iniziato un
suo personale approfondimento sull’argomento, che lo ha portato da adulto ad
entrare nel Centro Ufologico Nazionale.
L’esperienza si è poi ripetuta nel 2000: mentre si
preparava al decollo, in un piccolo aeroporto lombardo, vide qualcosa di
assolutamente anomalo.
“Nel cielo, sulla verticale di un
altro velivolo già decollato, c’era qualcosa di strano. Lo osservavo con
attenzione, il cielo non era limpido e non capivo cosa fosse. Ma poi ho capito.
Era una sfera grigio chiaro, opaca, metallica, senza ali e senza motore, grande
circa 6 o 7 metri che girava sopra l’aeroporto.
Compiva evoluzioni al di fuori
della nostra portata, perché ancora non siamo in grado di virare ad angolo
retto oppure di restare fermi, sospesi per poi accelerare di colpo: tutto ciò
va oltre le leggi dell’aerodinamica.
Eppure decine di persone hanno visto
quell’oggetto, anche sull’aereo in volo. Ad un certo punto, la sfera se ne è
andata. Tutto è avvenuto in pieno giorno, non sto parlando di lucine in
lontananza: era lì ed era ben visibile, impossibile che tutte quelle persone
insieme abbiano avuto una svista.”
Domanda: cosa ha provato? Più paura o più curiosità? “Devo essere sincero: ho provato principalmente una bella soddisfazione.
Perché io ero già coscio della presenza degli Ufo, ma molti dei colleghi che erano con me quel giorno e che hanno
assistito a quella scena ne avevano
sempre riso. Da quel giorno, hanno cambiato idea: forse hanno capito che
qualcosa di strano, lassù, c’è davvero”.