sabato 29 giugno 2013

La Via Maestra per il Cielo: Gesù pensaci Tu!



Nel cammino della vita, affrontiamo prove esistenziali a non finire e di ogni tipo, che verificano la solidità della nostra fede e forza interiori.

A prescindere dal livello di maturità spirituale raggiunto infatti, tutti noi accusiamo in linea di massima, momenti di scoraggiamento e tensione .                        

Molta gente inoltre, si fa prendere dallo stress , dallo sconforto e spesso dalla disperazione.

In questo cruciale periodo storico poi, ad un soffio dal galattico salto quantico, tanti pensieri non nostri, possono insinuarsi nella mente con l’intento di creare scompiglio.

Infatti, anche per chi è saldo alla roccia spirituale, potrebbe capitare, vista la straordinarietà degli eventi dei fenomeni e degli incontri che ci si profilano, in un momento di leggerezza o distrazione, di scorgere dentro di sé, piccoli tentennamenti, fuggevoli incertezze o inaspettate debolezze, effetto  della  fragilità intrinseca della materia.

Esiste però una formula Divina che, se vissuta col cuore, rende questa valle di lacrime terrena un anticipo di paradiso.

Sì proprio così. In questa semplice ma portentosa preghiera, “Gesù mi abbandono in Te pensaci Tu”, infatti,  si racchiude il sublime insegnamento che il Cristo ci regalò col Suo Esempio sommo, in quanto Egli fu l’Agnus Dei, l’umiltà per antonomasia.

In tal modo, se ci abbandoniamo davvero nelle mani di Dio, la nostra vita si trasforma in un’esperienza straordinaria, dove il caso non esiste, in quanto ogni nostro passo è guidato dalla Sapienza e dall’Amore di un Padre Divino che ci tiene per mano.





Con questa predisposizione d'animo, non esiste più il  male, il negativo in senso stretto, ma scorgiamo solo occasioni di merito, motivi di crescita, lezioni da imparare, poiché ci si pone nella condizione ideale per essere veri figli, ubbidienti ad un Padre immensamente buono e giusto che vuole solo la nostra felicità.

Così se rinunciando al nostro ego, affidiamo il timone della nostra esistenza al Buon Pastore, Egli ci riporterà senza dubbio sani e salvi alla Casa Celeste.





















Necessita però mettere in atto ciò che queste parole comportano e cioè abbandonare il nostro falso ego in umiltà e sacrificio nel servizio a Dio.

Adagiamo dunque la nostra piccola volontà, nella possente Paterna volontà e diverremo una cosa sola con  l’Universo tutto, felici e consapevoli strumenti realizzatori del piano Divino sulla Terra.


Raggi di Cielo



L’atto di abbandono contro le ansie e le afflizioni




Don Dolindo Ruotolo, Sacerdote napoletano vissuto e morto in concetto di santità, ha scritto questo insegnamento sull'abbandono in Dio ispirategli da Gesù stesso.

Perché vi confondete agitandovi? Lasciate a Me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà. Vi dico, in verità che ogni atto di vero, cieco completo abbandono in Me produce l'effetto che desiderate e risolve le situazioni più spinose. Abbandonarsi a Me non significa arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi, volgendo poi a  Me una preghiera agitata perché Io segua voi e cambiare così l'agitazione in preghiera.

Abbandonarsi, significa chiudere placidamente gli occhi dell'anima, stornare il pensiero della tribolazione e rimettersi a Me, perché Io solo vi faccia trovare, come bimbi addormentati nelle braccia materne, all'altra riva.

Quello che vi sconvolge e vi fa un male immenso è il vostro ragionamento, il vostro pensiero, il vostro assillo e il volere ad ogni costo provvedere voi a ciò che vi affligge.

Quante cose Io opero quando l'anima, nelle sue necessità spirituali e in quelle materiali, si volge a Me, mi guarda e, dicendomi "PENSACI TU" chiude gli occhi e riposa!

Avete poche Grazie quando vi assillate per produrle; ne avete moltissime quando in preghiera è un affidamento pieno a Me. Voi nel dolore pregate perché lo tolga, ma perché lo tolga come voi credete... Vi rivolgete a Me, ma volete che Io mi adatti alle vostre idee; non siete infermi che domandano al medico la cura, ma che gliela suggeriscono.

Non fate così ma come vi ho insegnato nel Pater: "SIA SANTIFICATO IL TUO NOME", cioè sii glorificato in questa mia necessità: "VENGA IL TUO REGNO", ossia, tutto concorra al tuo Regno in noi e nel mondo, "SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ", PENSACI TU.

Io intervengo con tutta la Mia onnipotenza e risolvo le situazioni più chiuse.
Ecco, tu vedi che il malanno incalza invece di decadere? Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia: "SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ, "PENSACI TU". Ti dico che Io ci penso, che intervengo come medico e compio anche un miracolo quando occorre.
Tu vedi che l'infermo peggiora? Non ti sconvolgere, ma chiudi gli occhi e dì: "PENSACI TU". Ti dico che Io ci penso.




È contro l'abbandono, la preoccupazione, l'agitazione e il voler pensare alle conseguenze di un fatto. È come la confusione dei fanciulli, quando pretendono che la mamma pensi alle loro necessità e vogliono pensarci loro, intralciando con le loro idee e i loro capricci infantili il suo lavoro.

Chiudete gli occhi e lasciatevi portare dalla corrente della mia Grazia; chiudete gli occhi e lasciateMi lavorare; chiudete gli occhi e non pensate al momento presente; stornate il pensiero dal futuro come da una tentazione.

Riposate in Me credendo alla Mia bontà e vi giuro, per il Mio Amore che, dicendomi con queste disposizioni: "PENSACI TU", Io ci penso in pieno, vi consolo, vi libero, vi conduco. E quando debbo portarvi in una via diversa da quella che vedete voi, Io vi addestro, vi porto nelle Mie braccia, poiché non c'è medicina più potente di un mio intervento di  Amore. Ci penso solo quando chiudete gli occhi.



































Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, tutto scrutare, a tutto pensare e vi abbandonate così alle forze umane, o peggio agli uomini, confidando nel loro intervento. E’questo che intralcia le Mie parole e le Mie vedute. Oh, come Io desidero da voi questo abbandono per beneficarvi e come Mi accoro nel vedervi agitati!

Satana tende proprio a questo: ad agitarvi per sottrarvi alla Mia azione e gettarvi in preda alle iniziative umane. Confidate perciò in Me solo, riposate in Me, abbandonatevi a Me in tutto.

Io faccio miracoli in proporzione del pieno abbandono in Me e del nessun affidamento in voi: Io spargo tesori di Grazie quando voi siete nella piena povertà!

Se avete vostre risorse, anche in poco, o se le cercate, siete nel campo naturale, seguite quindi il percorso naturale delle cose che è spesso intralciato da satana. Nessun ragionatore o ponderatore ha fatto miracoli, neppure fra i Santi.

Opera divinamente chi si abbandona a Dio.

Quando vedi che le cose si complicano, dì con gli occhi dell'anima chiusi: "GESÙ PENSACI TU". E distraiti, perché la tua mente è acuta... per te è difficile vedere il male. Confida in Me spesso, distraendoti da te stesso. Fa' così per tutte le tue necessità. Fate così tutti e vedrete grandi, continui e silenziosi miracoli. Ve lo giuro per il mio Amore.Io ci penserò, ve lo assicuro.

Pregate sempre con questa disposizione di abbandono, ne avrete grande pace e grande frutto, anche quando Io vi faccio la Grazia dell'immolazione di riparazione e di amore che impone la sofferenza.
Ti sembra impossibile? Chiudi gli occhi e dì con tutta l'anima: "GESÙ PENSACI TU". Non temere, ci penso Io e tu benedirai il tuo nome umiliando te stesso. Le tue preghiere non valgono un patto di fiducioso abbandono; ricordalo bene. Non c'è novena più efficace di questa:

"O GESÙ, MI ABBANDONO IN TE, PENSACI TU".
"ABBANDONATI AL MIO CUORE...E VEDRAI".





Voglio che tu creda nella Mia Onnipotenza e non nella tua azione: che tu cerchi di mettere in azione Me, non te negli altri.

Tu cerca la Mia intimità, esaudisci il Mio desiderio di averti, di arricchirti, di amarti come voglio. Lasciati andare, lasciami riposare in te, lasciami sfogare su di te continuamente la Mia Onnipotenza. Se tu rimarrai vicino a Me non ti preoccuperai di fare per conto tuo, di correre per uscire, per dire di aver fatto; Mi dimostrerai che credi nella Mia Onnipotenza e Io lavorerò intensamente con te quando parlerai, andrai, starai in preghiera o dormirai, perché "ai miei diletti do il necessario anche nel sonno " (Salmo 126). Se starai con Me senza voler correre ne preoccuparti di cosa alcuna per te ma la rimetterai con totale fiducia a Me, Io ti darò tutto quello che ti necessita secondo il Mio disegno eterno.

Ti darò i sentimenti che voglio da te, ti darò una grande compassione verso il tuo prossimo e ti farò dire e fare quello che Io vorrò.

Allora la tua azione verrà dal Mio Amore. Io solo, non tu con tutta la tua attività, potrò fare dei figli nuovi, che nascono da Me. Io ne farò tanti di più quanto più tu vorrai essere un vero figlio quanto l'Unigenito, perché lo sai che: "Se farai la Mia Volontà, Mi sarai fratello, sorella e madre " per generarMi negli altri, perché Io produrrò nuovi figli, servendoMi di veri figli. Quello che tu farai per riuscire, è tutto fumo in confronto a quello che faccio Io nel segreto dei cuori per quelli che amano.

"Rimanete nel Mio Amore... se rimanete in Me e le Mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà dato " (Gv 15,7).





DON DOLINDO: VITA E OPERE






Dolindo Ruotolo nacque a Napoli il 6 ottobre 1882 da Raffaele Ruotolo, ingegnere e matematico, e da Silvia Valle, discendente della nobiltà napoletana e spagnola. La famiglia era numerosa e le entrate alquanto scarse, questo faceva sì che spesso nella sua casa si soffrisse la fame e mancassero persino vestiario e scarpe. Don Dolindo descriveva il padre come una persona molto rigida; Raffaele tra l’altro non mandò i figli a scuola, ma volle insegnargli egli stesso a leggere e scrivere, per cui la loro educazione fu molto sommaria.

Nel 1896, Dolindo e il fratello Elio vennero messi dai genitori nella Scuola Apostolica dei Preti della Missione. Nel 1899, Dolindo venne ammesso al noviziato. Il 1° giugno 1901, fece i voti religiosi e il 24 giugno 1905 venne ordinato sacerdote. Successivamente venne nominato maestro di canto gregoriano e professore dei chierici della Scuola Apostolica.

La vita da sacerdote Vincenziano fu intessuta da tanti episodi dolorosi. Dal 3 settembre 1907, fu vittima di una serie di errori e incomprensioni che lo portarono al giudizio dell’allora Sant’Uffizio. Venne sospeso dai sacramenti e fu sottoposto anche a perizia psichiatrica, dove risultò sano di mente. Ridatigli i sacramenti, fu inviato di nuovo a Napoli dove fu espulso dalla sua Comunità. Seguirono anni pieni di tormenti di ogni genere. Dovette accettare di essere esorcizzato e, considerato pazzo, fu oggetto di dolorosi attacchi da parte della stampa.

Nella sua solitudine cominciò ad avere delle comunicazioni soprannaturali, per cui scriveva quanto gli veniva rivelato, specie da santa Gemma Galgani. Il 22 dicembre 1909 Gesù gli parlò solennemente dall’Eucarestia. Durante la celebrazione eucaristica percepiva la presenza della Madonna, dei Santi e degli Angeli custodi degli astanti.

Si trasferì a Rossano in Calabria e da lì partì la richiesta di revisione, grazie anche all’aiuto di prelati amici, alcuni dei quali anche testimoni dei suoi doni soprannaturali. Nel 1910 venne finalmente riabilitato, dopo due anni e mezzo di sospensione, ma le sue tribolazioni non erano finite. Nel dicembre 1911, Don Dolindo venne nuovamente convocato dal Sant’Uffizio a Roma e nel 1921 subirà anche un processo, dove verrà condannato ed esiliato. Venne definitivamente riabilitato nel 1937.

Pur fra continui dolori ed incomprensioni, la sua vita di sacerdote, ormai diocesano, proseguì a Napoli. Fu l’ideatore dell’ “Opera di Dio”, il cui scopo era principalmente quello di promuovere una rinnovata vita eucaristica. Intorno a lui si radunavano tanti giovani, tutti di cultura elevata, che in seguito formarono l’Opera “Apostolato Stampa”. L’Opera, attraverso la stampa degli scritti di Don Dolindo, riuscì a far conoscere ovunque il suo insegnamento.

Don Dolindo non amava le delicatezze del cibo e del vestiario, sopportava il freddo e la fame e fu visto camminare nella neve senza calzini ai piedi. Riceveva tutti, per tutti pregava, per tutti soffriva. Si avvicinava ai malati più infetti e li accarezzava, li baciava e là dove il ribrezzo avrebbe in altri estinto la compassione in lui suscitava la pietà.

Padre Ruotolo fu uno scrittore estremamente prolifico, i suoi scritti più importanti vanno dal monumentale “Commento alla Sacra Scrittura”, in 33 volumi, alle tante opere di teologia, ascetica e mistica. Di lui ci sono rimasti interi volumi di epistolario, scritti autobiografici e di dottrina cristiana. Raccontò la sua vita in una poderosa “Autobiografia” oggi stampata in due volumi, con il titolo “Fui chiamato Dolindo, che significa dolore”.

Nel 1960 iniziava un altro calvario per padre Dolindo, un ictus gli immobilizzò il lato sinistro, ma non riuscì a fermarlo. Dal suo tavolino continuava a scrivere alle sue “Figlie spirituali”’ sparse un po’ dovunque.

Don Dolindo Ruotolo si spense il 19 novembre 1970 all’età di 88 anni a causa di una broncopolmonite. Poco prima della sua morte, nel generale raccoglimento attorno al suo letto di morte, si era diffuso nell'aria un profumo di gigli, sentito dai presenti e accolto come stigma ultimo della sua santità.





mercoledì 26 giugno 2013

L'albero, il nostro amico medico

Ciao a tutti.

Condivido con gioia questo articolo che tratta del reale, concreto apporto terapeutico che i nostri amici alberi ci donano.

Vorrei inoltre far notare che a livello spirituale, ancor più che biologico,  l’albero è un essere vero e proprio che reagisce ai nostri input.

Abbracciato con Amore, dopo averne chiesto il permesso, l’albero regala la sua energia benefica; se ricambieremo ringraziando avremo compiuto uno splendido scambio, tipico dell’ambiente di quarta dimensione.

Vi saluto consigliandovi la visione di uno splendido cortometraggio animato, “L’uomo che piantava gli alberi”.

Questo video, magistralmente eseguito, contiene sia una ricchezza di contenuti che una qualità di immagini così notevole, da risultare in alcuni frangenti quasi magico.

Grazie e a presto.

 Raggi di Cielo




Abbracciare gli alberi migliora la salute


di Matthew Silverstone

Abbracciare gli alberi, un’idea della “hippy generation” molto criticata, è stata adesso provata scientificamente. Contrariamente alle credenze popolari, toccare un albero rende più sani. In effetti non importa neppure toccare l’albero per star meglio, il solo essere nelle sue vicinanze ha lo stesso effetto.


In un libro pubblicato recentemente, “Blinded by Science” (www.blindedbyscience.co.uk) l’autore Matthew Silverstone, prova scientificamente che gli alberi migliorano molti aspetti della salute come: malattie mentali, disturbo di deficit di attenzione e iperattività (ADHD), livelli di concentrazione, tempi di reazione, depressione e diminuzione di emicrania.

Innumerevoli studi hanno mostrato che i bambini mostrano effetti psicologici e fisiologici significativi in termini di salute e benessere quando interagiscono con le piante. Tali studi dimostrano che i bambini stanno meglio cognitivamente ed emotivamente in ambienti verdi e che giocano in modo più creativo se si trovano in aree verdi.

Una indagine sulla salute pubblica che studiava l’associazione tra spazi verdi e salute mentale concludeva che “l’accessibilità a spazi verdi può significativamente contribuire alle nostre capacità mentali e al nostro benessere”.

Quale può dunque essere l’aspetto della natura che può avere effetti così significativi? Fino ad ora si è pensato che fossero gli spazi aperti, ma Matthew Silverstone mostra che non si tratta di questo, piuttosto egli prova scientificamente che sono le proprietà vibrazionali degli alberi e delle piante a darci i benefici in termini di salute, non gli spazi verdi e aperti.

La risposta a come piante ed alberi ci influenzino fisiologicamente sembra dimostrarsi molto semplice. È tutto dovuto al fatto che ogni cosa ha una vibrazione, e differenti vibrazioni influenzano i comportamenti biologici. È stato provato che se beviamo un bicchiere di acqua trattato con una vibrazione di 10Hz il nostro tasso di coagulazione sanguigna cambia immediatamente con l’ingestione dell’acqua trattata. Accade lo stesso con gli alberi, quando tocchiamo un albero, la sua diversa vibrazione influenzerà vari comportamenti biologici del nostro corpo.


















Questa idea vibrazionale è supportata nel libro da centinaia di studi scientifici che forniscono prove schiaccianti che l’abbracciare gli alberi non è una pazzia. Non solo fa bene alla nostra salute ma può anche far risparmiare molti soldi ai nostri governi offrendo una forma di trattamento alternativa e gratuita.

L’indagine suddetta concludeva “spazi verdi e sicuri possono essere efficaci quanto una prescrizione medica nel trattare alcune forme di malattia mentale”.

Non sarebbe bello sapere che d’ora in poi i dottori tratteranno alcune forme di malattia suggerendo una passeggiata nel parco piuttosto che una scatola di pillole?

Sull’autore:

Matthew Silverstone è l’autore di Blinded by Science (In italiano si traduce “Bendati dalla Scienza”), www.blindedbyscience.co.uk, un libro che cambierà completamente il vostro atteggiamento verso la vostra salute. Blinded by Science offre una teoria che se applicata a fattori come l’acqua, le piante, il sole e la luna, sembra avere un senso perfetto. Per quanto suoni semplice, è la teoria che tutto vibra. Il libro spiega che ogni cosa vibra, dal nucleo di un atomo alle molecole del nostro sangue, cervello, suono, piante, animali, fino allo spazio esterno. Una volta compreso questo principio base, tutto diventa improvvisamente chiaro, e se applichiamo questa teoria al mondo intorno a noi, ci stupiremo di cosa potremo imparare. Scopri di più su http://www.blindedbyscience.co.uk


lunedì 24 giugno 2013

Kirk Kilgour campione nella Vita e nello sport




La storia di Kirk Kilgour, nato a Los Angeles (Usa) il 28.12.1947, è quella di un grande atleta della nazionale USA di pallavolo che venne a giocare nella Serie A Italiana nel 1973, con la squadra dell'Aricela Volley Club.

Con il team romano conquistò un secondo posto nel 73/74 e lo scudetto nella stagione successiva, prima di subire il terribile incidente che mise fine alla sua carriera dì pallavolista, segnandone profondamente il resto della vita.

Era l'8 gennaio 1976: a Roma mentre, come "assistant coach" della Nazionale Italiana, svolgeva un banale esercizio di riscaldamento, Kirk subì la lussazione alla 5a vertebra cervicale con conseguente lesione al midollo spinale e quindi totale paralisi di tutti e quattro gli arti.






















Da quel giorno Kilgour ha vissuto con grandissimo coraggio e forza d'animo su una sedia a rotelle , adattata alle sue particolari esigenze, grazie alla quale è riuscito anche a svolgere varie attività, da commentatore sportivo, a scrittore, ad analista del volley.

La sua maglietta numero 13 della prestigiosa squadra di pallavolo dell'UCLA (University of California, Los Angeles) fu definitivamente ritirata nel 1986.
Kirk ci ha lasciato il 10 Luglio 2002, a seguito delle complicanze di una polmonite che le sue difese immunitarie, indebolite dalla prolungata immobilità, non sono state in grado di debellare.

Lo spirito di Kirk Kilgour ha trovato certamente la sua massima espressione nella preghiera che lui stesso ha scritto, la testimonianza più vera dell'anima di un uomo straordinario, vero campione nello sport e nella vita.



PREGHIERA

Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi;
Egli mi rese debole per conservarmi nell'umiltà.

Domandai a Dio che mi desse salute per realizzare 
grandi imprese;
Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.

Gli domandai la ricchezza per possedere tutto;
mi ha fatto povero per non essere egoista.

Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me;
Egli mi ha dato l'umiliazione perché io avessi bisogno di loro.

Domandai a Dio tutto per godere la vita;
mi ha lasciato la vita perché io potessi apprezzare tutto.

Signore non ho ricevuto niente di quello che chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno 
e quasi contro la mia volontà.

Le preghiere che non feci furono esaudite.

Sii lodato, o mio Signore, fra tutti gli uomini 
nessuno possiede quello che io ho.



domenica 23 giugno 2013

Vince chi persevera

Amici non arrendiamoci mai dinnanzi agli ostacoli della vita !
Con la buona volontà e la mano stretta a Dio noi possiamo tutto!


Infatti come dice San Paolo: "Tutto posso in Colui che mi dà la forza" (Filippesi 4,12), per cui non cediamo alla tentazione della resa.

Insistiamo e persistiamo nella Via della Luce, perché se il Cielo ci dà una croce, per quanto pesante e gravosa possa essere, ci dà anche la forza per sopportarla!

Auspico che la narrazione che riporto qui avanti sia di consolazione e sprone per le prossime salite.

Con affetto il  vostro compagno di Viaggio, Raggi di Cielo.




RIALZATI

Un giorno l'abate Sisois, mentre stava zappando nel suo orticello, si vide arrivare un giovane monaco tutto sconvolto in viso e piangente.

“Padre”, gli disse, “ho bisogno di te; ascoltami!”

“Dì pure”, rispose Sisois seguitando a zappare.

“Qui?” Chiese il giovane esitando.

“Qui, hai paura? La cicoria e i broccoli non odono”.

“O Padre mio, come farò? Sono caduto!”

“Rialzati”, disse Sisois.

“Ma io mi ero rialzato e poi sono ricaduto”.

“E tu rialzati ancora”.

“Padre, mi sono rialzato tante volte e sempre ricado!”

“E tu seguita a rialzarti”.

“Ma dimmi Padre, fino a quando mi dovrò rialzare?”

“Fino a quando, o in bene o in male, la morte non ti colga; ritto o per terra, dove la morte ti coglierà, lì rimarrai”.


Tratto da: Fiori del deserto

venerdì 14 giugno 2013

La Tangoterapia: la danza che cura

Riporto, gentili lettori, questo articolo sull’efficacia del ballo del tango, rispetto a certe patologie, anche gravi come il Parkinson, con l’augurio che questa conoscenza possa essere d'aiuto, anche solo parziale, a qualche amico malato.

Raggi di Cielo




Milano, la riabilitazione si fa con il tango. Per migliorare umore, equilibrio e postura
Il reparto di riabilitazione specialistica del San Giuseppe ha scelto di introdurre la tangoterapia nei protocolli clinici per diverse malattie: dal morbo di Parkinson alla sclerosi multipla. "Così spezziamo anche la routine ospedaliera".


Non solo per divertirsi ma anche per guarire. Il tango argentino, dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità, è ora anche “patrimonio per la salute”. Studi scientifici condotti negli anni in tutto il mondo dimostrano che ha funzioni terapeutiche per malattie che coinvolgono il fisico e la psiche. Ecco perché il reparto di riabilitazione specialistica dell’Ospedale San Giuseppe di Milano ha scelto di introdurre la tangoterapia nei protocolli clinici per i percorsi di riabilitazione di diverse malattie: Parkinson, sclerosi multipla, esiti di ictus, disturbi dell’equilibrio neurogeni e patologie croniche respiratorie. Dopo una prima fase sperimentale, tra giugno e luglio scorso, a ottobre è partito il progetto vero e proprio.

Due sessioni settimanali di circa 45 minuti ciascuna condotte da Marilena Patuzzo, coordinatrice infermieristica della Riabilitazione Specialistica Neurologica e della Neurologia, nonché maestra di ballo professionista dell’Associazione Nazionale Maestri di Ballo. Raggiunta al telefono da ilfattoquotidiano.it la Patuzzo racconta che “i pazienti hanno accolto benissimo il progetto. Nel nostro reparto i ricoveri superano i due mesi. Ebbene il tango si è rivelato efficace per spezzare la routine ospedaliera. Grazie alla musica e allo stare in gruppo, l’umore del paziente migliora”. Il tango argentino è adatto a tutti e va ad agire positivamente sulla sfera fisica, psicologica e relazionale. “Per quanto riguarda l’aspetto fisico, è indicato per il recupero dell’equilibrio e della sicurezza nel movimento e per migliorare la postura”.

Passando poi all’aspetto psicologico e relazionale, questo ballo rappresenta un’opportunità per curarsi in modo piacevole, che fa sentire fin da subito “meno malati”, grazie all’associazione mentale tra il ballo e situazioni di benessere, di allegria e di festa. “I parenti fanno spesso da pubblico. Le pazienti si presentano alla lezione ben vestite e truccate, gli uomini sbarbati e profumati. L’influenza positiva del tango sui pazienti è visibile in modo immediato anche ai non addetti ai lavori”. L’iniziativa non comporta costi aggiuntivi per la struttura ospedaliera né per i degenti. “Il progetto è basato sulla buona volontà degli operatori”.

giovedì 13 giugno 2013

Non sei inutile!
































Nick Vujicic  


Cari Amici, dedico lo scritto ed il video che segue a tutti coloro che si sentono “inutili”, di poco valore o che stanno vivendo un momento di scoraggiamento.

Ebbene, vorrei affermare con energia, che agli occhi di Colui che tutto sa e vede, ognuno di noi ha un valore inestimabile ed è unico.

Chiunque infatti voglia impegnarsi con fede amore ed umiltà nell’opera spirituale interiore, scoprirà il Gigante che giace sopito dentro di sé e passo dopo passo, lasciandosi forgiare dalla Mano Divina, si trasformerà da marmo grezzo, in uno splendido  David.

Raggi di Cielo





 Andrea Boccelli




“Siamo unici e indispensabili”



Nessuno è inutile al mondo, nessuna vita è senza scopo.

Ognuno porta con sé, un potenziale di bene, di talenti di doti che deve soltanto essere messo in atto.

Una presenza umana non è mai senza significato!

Anche tu sei un membro della grande famiglia umana e perciò sei fondamentale, devi solo rendertene conto, infatti mentre vivi fai anche vivere, pur senza accorgertene.

Forse quello che fai ti sembra poco, quasi inutile, eppure ciò che fai è molto più di quanto pensi, perché non sai dove giunge l’influsso del tuo consiglio, del tuo incoraggiamento, del tuo esempio.


   

Stevie Wonder   



Affinchè il meccanismo dell’universo funzioni perfettamente è necessario ogni minimo elemento.

Tutti noi siamo legati da un filo invisibile che si chiama Amore.

Tu sei l’anello di una lunga catena: a te giunge il bene di tutti e a tutti giunge il bene tuo.

Perciò non solo non sei inutile ma sei addirittura indispensabile. Abbi fede nella Vita!

Non sai quanti rendi felici, forse gente che non conosci, volti che hai dimenticato ma che un giorno ti accoglieranno come amici nel Regno di Dio.

La vita non è mai inutile è fatta di scambi continui, di mutui servizi.


Ricorda : “Il non voler servire gli altri, è molto più triste che il non essere serviti”.







Testo tratto da  “Esci dalla tua terra” di G.Scarsini. Titolo originale: Nessuno è inutile