Un cordiale saluto Amici lettori.
Ho trovato, cercando nel web, questa bella poesia
scritta da chi vive l’esperienza della senilità, un periodo molto delicato, in quanto spesso
accompagnato da malattia o debolezza fisica crescente.
Ma se si attinge la forza dallo Spirito, tutto
cambia e si rende proficua, sia per noi che per gli altri, l’esperienza
maturata in tanti anni di cammino esistenziale.
Or dunque coraggio maestri di vita, non lasciatevi
andare col deperimento fisico, ma considerate quanta ricchezza di esperienze
possedete, da trasmettere e da condividere!
Talvolta si tratterà di insegnamenti veri e propri, altre
volte di aneddoti curiosi, altre ancora di episodi divertenti.
E semmai fossero accaduti … si raccontino anche gli errori
compiuti, perché una volta compresi rendono più maturi e nel raccontarli si
dimostra la nobile virtù dell’umiltà.
In altri termini tutto il vostro bagaglio personale,
se raccontato con purezza e semplicità, si rivela un giacimento di valori
preziosi e di momenti concreti di vita importanti, da ascoltare, apprezzare e di
cui noi giovani vi ringrazieremo di cuore.
E adesso allietiamoci e impariamo dalla lettura dei versi
che seguono, scritti da un animo gentile, da uno di questi nostri preziosi amici “vecchietti”.
Raggi di Cielo
Benedetti quelli che comprendono il mio camminare stanco
Benedetti quelli che parlano a voce alta per minimizzare la mia
sordità
Benedetti quelli che stringono con calore le mie mani tremanti
Benedetti quelli che si interessano della mia lontana giovinezza
Benedetti quelli che non si stancano di ascoltare i miei
discorsi tante volte ripetuti
Benedetti quelli che comprendono il mio bisogno di affetto
Benedetti quelli che mi regalano frammenti del loro tempo
Benedetti quelli che si ricordano della mia solitudine
Benedetti quelli che mi sono vicini nella sofferenza
Beati quelli che rallegrano gli ultimi giorni della mia vita
Beati quelli che mi sono vicini nel momento del passaggio.
Quando entrerò nella vita senza fine mi ricorderò di
loro presso il Signore Gesù.
Un cordiale saluto Amici lettori.
Benedetti quelli che comprendono il mio camminare stanco
Benedetti quelli che parlano a voce alta per minimizzare la mia
sordità
Benedetti quelli che stringono con calore le mie mani tremanti
Benedetti quelli che si interessano della mia lontana giovinezza
Benedetti quelli che non si stancano di ascoltare i miei
discorsi tante volte ripetuti
Benedetti quelli che comprendono il mio bisogno di affetto
Benedetti quelli che mi regalano frammenti del loro tempo
Benedetti quelli che si ricordano della mia solitudine
Benedetti quelli che mi sono vicini nella sofferenza
Beati quelli che rallegrano gli ultimi giorni della mia vita
Beati quelli che mi sono vicini nel momento del passaggio.
Quando entrerò nella vita senza fine mi ricorderò di
loro presso il Signore Gesù.