sabato 6 luglio 2013

Aborigeni: Esseri del Cielo

Salve amici!

Sono lieto di condividere con voi gli insegnamenti che ho appreso, leggendo il libro “E venne chiamata due cuori”, dagli aborigeni australiani e nella fattispecie , dal "Popolo della Vera gente".

Questa lettura mi ha arricchito nella conoscenza di uomini straordinari; considerati infatti, da un punto di vista materiale occidentale, pressoché dei primitivi, si dimostrano sotto un ottica spirituale sostanziale, anime super avanzate, veri maestri di Vita.




Musica  

Un musicista porta la musica dentro di sé. Non ha bisogno di uno strumento, perché è lui stesso la musica.

Mi dissero: "Come un musicista cerca l'espressione musicale, così la musica dell'universo anela di essere espressa".

In mancanza di un linguaggio scritto, fra gli aborigeni la conoscenza viene tramandata di generazione in generazione sotto forma di canti e danze. 

Non c'è evento storico che non possa essere raffigurato con un disegno sulla sabbia, messo in musica o tramutato in dramma. I membri della tribù fanno musica ogni giorno perché è necessario mantenere freschi i ricordi, e la narrazione della loro storia richiede circa un anno.




Giochi e sport

Raccontai che in America siamo appassionati di sport, e che anzi paghiamo i giocatori molto di più di quanto non paghiamo gli insegnanti.

Mi offrii quindi di dare una dimostrazione pratica e suggerii una gara di corsa. Naturalmente, a vincere sarebbe stato il più veloce.

Mi guardarono attenti con i loro grandi occhi scuri, poi si guardarono l'un l'altro, e infine qualcuno si decise a obiettare: "Ma se una sola persona vincerà, tutte le altre perderanno. Dov'è il divertimento in questo? I giochi sono fatti per divertirsi."

E ancora: "Come si può desiderare di sottoporre un fratello a una simile esperienza e poi cercare di convincerlo che è davvero un vinto? È un'usanza diffìcile da capire per noi. 
Fra la tua gente funziona?" Mi limitai a sorridere e a scuotere la testa in segno di diniego.

C'era un albero secco nelle vicinanze e col loro aiuto costruii una rudimentale altalena appoggiando un lungo ramo su una roccia. La trovarono tutti estremamente divertente, e perfino i più anziani vollero provarla. Mi fecero poi osservare che ci sono cose che non è possibile fare da soli e la mia altalena era una di quelle! 
Vecchi di settanta, ottanta e novant'anni avevano liberato il bambino che era in loro, divertendosi con giochi che non prevedevano né vincitori né vinti, ma solo lo svago generale.


Dio Verità

La verità è che ogni vita è unica. C'è solo un gioco in corso. C'è una sola razza, ma molte sfumature diverse. I Mutanti, (gli uomini inconsapevoli e materialisti, Ndr), discutono sul nome di Dio, sull'edificio da erigere in suo onore, sui giorni in cui celebrarlo e i rituali da compiere. Com'è venuto sulla terra? Che cosa significano le sue parabole?

La verità è la verità. Se tu fai del male a qualcuno, fai del male a te stesso. Se aiuti qualcuno, aiuti te stesso. Tutti hanno sangue e ossa; ciò che ci differenzia sono il cuore e il fine. 

I Mutanti pensano che tutto questo valga solo per la durata di una vita, e lo pensano in termini di individualità e distinzione. La vera gente lo pensa in funzione dell'eternità. Tutto è uno: i nostri antenati, i nostri nipoti che devono ancora nascere, la vita che è ovunque."




Parlare

La Vera Gente non crede che la funzione precipua della voce sia quella di parlare. Parlare è qualcosa che coinvolge il cuore e la testa; se si utilizza la voce, si tende inevitabilmente a dire cose futili, poco spirituali.
La voce è fatta per cantare, per celebrare e per guarire.


Nomi

Ogni nome aveva un significato preciso. Diversamente dai nostri, infatti, i loro nomi sono facili da collegare agli individui che li portano. Anch'essi ricevono un nome al momento della nascita, ma col passare degli anni quel primo nome diventa inevitabilmente superato, e arriva sempre il momento in cui l'individuo se ne sceglie autonomamente uno più appropriato. 

È auspicabile, anzi, che ne cambi parecchi nell'arco della sua esistenza, a mano a mano che cresce in saggezza, creatività e determinazione. Nel nostro gruppo c'era, fra gli altri, chi si chiamava Narratore di Storie, Fabbricatore di Utensili, Custode di Segreti, Maestra di Cucito e Grande Musica.


Capacità percettive

Ai membri della tribù bastava guardare il terreno per capire quali animali si trovavano nelle vicinanze. Fin da bambini, infatti, sviluppano l'abitudine all'osservazione minuziosa, così da riconoscere con un'occhiata le impronte lasciate sulla sabbia da creature che si spostano camminando, saltando o strisciando.

Conoscono talmente bene le orme di ciascun compagno che non solo sono in grado di riconoscerlo ma anche di stabilire dalla lunghezza dei passi se è in buona salute e se cammina piano perché è malato, e la minima deviazione basta a informarli sulla sua probabile destinazione. 




















La loro capacità percettiva è molto più sviluppata che negli individui appartenenti ad altre culture. Il loro senso dell'udito, della vista e dell'odorato sembrano raggiungere livelli quasi sovrumani, e delle semplici orme sulla sabbia trasmettono vibrazioni che rivelano molto di più di quanto non appaia.

In seguito appresi che i cacciatori aborigeni sono noti per la loro capacità di stabilire, osservando le tracce dei pneumatici, il tipo di veicolo, il giorno e l'ora del suo passaggio e persino il numero dei passeggeri a bordo.

Per qualche giorno, mangiammo bulbi, tuberi e altri vegetali che crescevano sotto terra, molto simili alle patate. I miei compagni erano in grado di riconoscere quelle cattive senza svellerle dal terreno; muovevano le mani sopra di esse e dicevano: "Questa sta crescendo, ma non è ancora pronta", oppure: "Sì, questa è pronta per dare la vita".

A me gli steli sembravano tutti uguali ... Essi ritenevano che quella straordinaria capacità fosse comune a tutti gli esseri umani, ma poiché la mia società non incoraggia i suoi membri a dare ascolto alle indicazioni dell'intuito … dovevo essere addestrata a imparare ciò che è invece perfettamente naturale. Mi insegnarono così a chiedere alle piante se erano pronte a svolgere la funzione per cui erano nate.

Dopo aver sollecitato l'assenso dell'universo, le saggiavo col palmo della mano. A volte avvertivo del calore e a volte, quando la pianta era matura e pronta per essere colta, un fremito incontrollabile sembrava percorrere le mie dita …


Mutanti o razza bianca “civilizzata”

Il termine Mutante sembra indicare più uno stato del cuore e della mente che non un colore o un individuo; è, insomma, un atteggiamento. Mutante è chi ha perduto o rinnegato antichi ricordi e verità universali.


Cura vicendevole

Per la tribù, la sera era il momento più allegro della giornata. Si raccontavano storie, si ballava, si cantava, si giocava, si chiacchierava. Era un momento di condivisione totale. C'era sempre qualcosa da fare mentre si aspettava che la cena fosse pronta. Gli indigeni si massaggiavano a vicenda le spalle, la schiena e perfino il cuoio capelluto.





Mai dire mai

Ormai avevo perso il conto delle volte in cui le abitudini dei miei compagni mi avevano lasciata senza parole, ma di una cosa ero certa: la fame non mi avrebbe mai indotta a mangiare un verme!

Non mi rendevo conto, in quel momento, che stavo imparando un'altra lezione: mai dire mai. Da allora, infatti, è una parola che mi sono sforzata di eliminare dal mio vocabolario. Ora so che in ogni settore della vita ci sono cose che preferisco e altre che tendo a evitare, ma la parola mai non lascia spazio a situazioni ancora non sperimentate...


Poteri

Qui nel deserto, l'arte dell'illusione raggiunge livelli eccelsi. E la Vera Gente non sa solo sparire; sa anche moltiplicarsi! Un individuo può moltiplicarsi per dieci o per cinquanta, ed è questo lo strumento di sopravvivenza usato invece delle armi. In pratica, sfruttano la paura degli altri.














Morte-Trapasso

Più o meno all'età di centoventi o centotrent'anni, quando un uomo comincia a pensare con desiderio crescente al ritorno al sempre, e dopo aver chiesto al Tutto se questo è per il suo bene supremo, la tribù organizza una festa, una celebrazione della vita.

Il popolo della Vera Gente ha mantenuto per secoli la tradizione di rivolgere la stessa frase a tutti i neonati. Ecco le esatte parole che ciascuno di loro ode al suo ingresso nel mondo: "Noi ti amiamo e ti sosterremo durante il viaggio".

Durante la celebrazione finale, tutti si abbracciano e ripetono ancora una volta questa frase. Ciò che ascolti al momento dell'arrivo è ciò che ascolti al momento della partenza! Poi la persona che si prepara ad andarsene va a sedersi sulla sabbia e interrompe tutte le attività corporee. In meno di due minuti il suo corpo cessa di funzionare. Non c'è rimpianto né dolore.

Malattie

La tribù della vera gente non crede che noi siamo vittime casuali ed è convinta che il corpo fisico sia l’unico mezzo che il nostro più alto livello di consapevolezza eterna ha per comunicare con il nostro livello di consapevolezza individuale.

Un rallentamento delle funzioni del corpo ci permettono di esaminarci a fondo ed analizzare le ferite davvero importanti che bisogna medicare: rapporti interpersonali falsati, mancanza di un credo, tumori da paura, dubbi sul nostro creatore, perdita della capacità di perdonare e cosi via.

Compleanno

Mi chiesero poi “Perché lo fate?” “Per noi una celebrazione è qualcosa di speciale, ma non c’è nulla di speciale nell’invecchiare. Non è necessario alcuno sforzo per riuscirci. Succede e basta.!”
“Se non festeggiate il fatto di diventare più vecchi” chiesi io “cosa festeggiate?”
“Il fatto di diventare migliori e più saggi. Ma solo il diretto interessato può sapere quando questo accade e sta a lui informare gli altri che è il momento di organizzare una festa.”

Telepatia

Cominciai a capire il motivo per cui la nostra marcia si svolgeva sempre in silenzio. Questa gente utilizzava abitualmente la telepatia per comunicare, e io stavo assistendo a uno di quei taciti scambi. Non si udiva il minimo suono, e tuttavia persone distanti tra loro più di trenta chilometri si stavano scambiando dei messaggi.

Il motivo per cui la Vera Gente può utilizzare la telepatia è soprattutto uno: nessuno di loro mente mai; per la tribù non esistono mezze verità o piccole bugie, né tanto meno smaccate falsità. E poiché non mentono, non hanno nulla da nascondere, e non hanno paura di aprire la mente per ricevere, così come sono sempre disposti a dare.

Felicità

Ognuno di noi ha il potere di plasmare la propria vita in perfetta autonomia.
Possiamo arricchire le nostre esistenze ed essere creativi e felici nella misura in cui ci permettiamo di esserlo.





Cibo

La tribù della Vera Gente non rimane mai senza cibo, perché l'universo non manca mai di rispondere al loro messaggio mentale, ed è per questo che è convinta che il mondo sia un luogo d'abbondanza.

Proprio come voi e io ci raduniamo per ascoltare un pianista e applaudirlo, essi rendono sinceramente onore a tutto ciò che esiste in natura. Quando sul sentiero compariva un serpente, non c'era da dubitare che il suo scopo fosse di fornirci la cena.
Appresi che l'arrivo del cibo non era mai dato per scontato; lo si invocava, lo si attendeva, e quando come sempre arrivava veniva ricevuto con genuina riconoscenza.
        
Acqua

Gli aborigeni riuscivano a trovare l'acqua anche dove non era visibile la minima traccia di umidità.
A volte si sdraiavano sulla sabbia e la sentivano scorrere sotto terra, altre volte era sufficiente che tenessero le mani a una certa altezza dal suolo con i palmi rivolti verso il basso. 

Conficcavano nella terra lunghe canne vuote e succhiandone l'estremità creavano fontane in miniatura. L'acqua era sabbiosa e bruna, ma pura e rinfrescante. Sapevano individuarla a distanza osservando i vapori della calura, e riuscivano persino a fiutarla nell'aria.

Quando estraemmo l'acqua da una fenditura nella roccia, mi venne insegnato ad accostarmi con cautela, così da non contaminare l'area col mio odore e spaventare gli animali. Dopotutto, quell'acqua apparteneva anche a loro, e su di essa potevano accampare gli stessi diritti degli uomini. La tribù non prendeva mai tutta l'acqua, neppure quando le scorte scarseggiavano, e faceva attenzione a bere sempre nello stesso punto…


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