Amici lettori , vi propongo uno scritto che nella sua
semplicità ci fa riflettere sulla grazia numero uno della nostra esistenza
terrena: il tempo.
Perché? Perché dicendo tempo diciamo vita!
Difatti il nostro primo respiro, il nostro primo
battito del cuore e le innumerevoli azioni successive si sono originate grazie
al tempo … cioè alla chance di vita in questa dimensione.
Dovremmo cercare di mettere maggiormente a fuoco
questo dono!
Forse ci sarà utile ricordare infatti, che tutto ciò
che abbiamo realizzato nella nostra vita è scaturito da questo generoso
elargitore di secondi.
Dunque non perdiamolo questo tempo, poiché la sabbia
nella clessidra scorre rapida ed ha un moto irreversibile!
Ecco perché, con estrema saggezza, i monaci trappisti
adottarono come loro massima il “memento mori”, ( dal latino, ricordati che
devi morire), proprio per rammentarsi a vicenda che la vita, cioè il tempo, è
una moneta da spendere bene e di cui
dovremo render conto.
Ma allora perché non far diventare Kronos nostro
amico?
Perché invece di vederlo sempre come un tiranno
inesorabile non lo accogliamo come alleato premuroso,
generatore di possibilità di ascesi interiore?
Pensiamoci sopra con l’ausilio di questa
meditazione, con l’augurio che lo Spirito di Sapienza che attraverso di essa
parla, possa infonderci maggior rispetto amore ed entusiasmo nei confronti di
questo stupendo regalo chiamato vita di tempo.
Ciao a tutti.
Tutti si lamentano di non avere tempo a sufficienza.
Perché guardano alla loro vita con occhi troppo
umani.
Si ha sempre il tempo di fare ciò che Dio ci dà da
fare.
Ma bisogna essere totalmente presenti in tutti gli
istanti
Così badate alla vostra condotta; sia quella non d’insensati, ma
di saggi, che traggono vantaggio dal momento presente…
Non vi dimostrate pertanto sconsiderati, ma sappiate vedere qual è la volontà del Signore (Efes. 5,15-17)
Sono uscito, o Signore
fuori la gente usciva.
Andavano,
venivano,
camminavano,
correvano.
Correvano le bici,
correvano le macchine,
correvano i camion,
correva la strada,
correva la città,
correvano tutti.
Correvano per non perdere tempo,
correvano dietro al tempo,
per riprendere il tempo,
per guadagnare tempo.
Arrivederci, signore, scusi, non ho il
tempo,
ripasserò, non posso attendere, non ho il
tempo.
Termino questa lettera, perché, non ho il
tempo.
Avrei voluto aiutarla, ma non ho il tempo.
Non posso accettare, per mancanza di
tempo.
Non posso riflettere, leggere, sono
sovraccarico, non ho il tempo.
Vorrei pregare, ma non ho il tempo.
Tu comprendi, o Signore, non hanno il
tempo.
Il bambino, gioca, non ha tempo subito…
più tardi...
Lo scolaro, deve fare i compiti, non ha
tempo… più tardi…
Il liceista, ha i suoi corsi e tanto
lavoro, non ha tempo… più tardi…
Il giovane, fa dello sport, non ha tempo…
più tardi…
Lo sposo novello, ha la casa, deve
arredarla, non ha tempo… più tardi…
Il padre di famiglia, ha i bambini, non ha
tempo… più tardi...
I nonni, hanno i nipotini, non hanno
tempo… più tardi…
Sono malati! Hanno le loro cure, non hanno
tempo… più tardi…
Sono moribondi, non hanno…
Troppo tardi!… non hanno più tempo.
Così gli uomini corrono tutti dietro al
tempo, o Signore.
Passano sulla terra correndo,
.. frettolosi,
.. precipitosi,
.. sovraccarichi,
.. impetuosi,
.. avventati
E non arrivano mai a tutto, manca loro il
tempo,
nonostante ogni sforzo, manca loro il
tempo,
anzi manca loro molto tempo.
Signore, Tu hai dovuto fare un errore di
calcolo.
V’è un errore generale;
le ore sono troppo brevi,
i giorni sono troppo brevi,
le vite sono troppo brevi.
Tu, che sei fuori dal tempo, sorridi, o
Signore, nel vederci
lottare con esso e Tu sai quello che fai.
E non ti sbagli quando distribuisci il
tempo agli uomini,
tu doni a ciascuno il tempo di fare quello
che Tu vuoi che
egli faccia.
Ma non bisogna perdere tempo,
sprecare tempo,
ammazzare tempo.
Poiché il tempo è un regalo che Tu ci fai,
ma regalo deteriorabile,
un regalo che non si conserva.
Signore, ho tempo,
ho tutto il tempo mio,
tutto il tempo che Tu mi dai,
gli anni della mia vita,
le giornate dei miei anni,
le ore delle mie giornate;
sono tutti miei.
A me spetta riempirli, serenamente, con
calma,
ma riempirli tutti, fino all’orlo,
per offrirteli, in modo che della loro
acqua insipida
Tu faccia un vino generoso,
come facesti un tempo a Cana per le nozze
umane.
Non ti chiedo questa sera, o Signore,
il tempo di fare questo e poi ancora
quello,
Ti chiedo la grazia di fare
coscienziosamente
nel tempo che Tu mi dai
quello che Tu vuoi ch’io faccia.